Nella piana fra Tortona ed Alessandria, circondato da campi di granturco e di frumento, sorge un piccolo paese dalla storia antica, Frugarolo. Centocinquanta anni fa, nel 1866, vi nacque Pio Lago, figlio di umili origini; Paolo Lago e Barbara Ferrari, i genitori, erano infatti contadini presso la Cascina dei Cassinelli, i quali, ammirati dall’intelligenza dimostrata dal ragazzo, si impegnarono per farlo studiare nella vicina Alessandria.A vent’anni decise di arruolarsi volontario nel Regio Esercito e diciotto mesi dopo fu nominato Sergente. Portato agli studi quanto alla disciplina, chiese in seguito di essere ammesso alla Scuola Sottufficiali di Caserta, “uscendone vittorioso” il 31 luglio 1891 con la promozione a Sottotenente.
Passò quindi mediante concorso alla Scuola Ufficiali di Modena, diventando Tenente e passando in servizio a Milano, dove iniziò a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Lago era infatti un militare dall’animo artistico, amante della pittura e della poesia, ispirato dalle buone letture del suo tempo e dalla romantica visione delle campagne natie.
Scoppiato il conflitto italo-turco, nel 1911, vi prese parte col grado di Capitano, meritando una medaglia di bronzo ad Ain Zara, il 5 dicembre di quello stesso anno, “dando lodevole prova di valore personale”. A Tripoli eseguì dei suggestivi paesaggi, attirato dal fascino esotico della “Quarta Sponda” appena conquistata, che gli ispirò anche un lungo componimento in versi dal titolo “La rassegna trionfale” (Milano, Ditta Editrice Paolo Carrara, 1913), pubblicato nel primo anniversario della vittoria libica.
Negli anni della Grande Guerra fu impegnato come ufficiale di fanteria e benché non più giovane si adoperò valorosamente rimanendo anche ferito, “con tutta la sua fede di italiano puro e sincero”. Al vittorioso esito di questo secondo conflitto e al “Re soldato” dedicò l’11 novembre 1922 una conferenza poetica presso il Teatro Sociale di Arona (NO), pubblicata poi col titolo “Il canto della vittoria” (Stab. Tip. Alganon & C., 1922).
Dopo la guerra, raggiunto il grado di Tenente Colonnello, fu nominato commissario prefettizio a Vercelli, venendo successivamente collocato a riposo col grado di Colonnello. Ormai sessantenne, Lago iniziò ad alternarsi fra le abitazioni di Novara e Frugarolo, dove negli anni Venti realizzò una villa gentilizia ancora oggi chiamata “Villino Lago” (1925), per la quale sulla facciata dipinse una bella pittura murale di significato simbolico, capeggiata dal motto “Ars et labor in fortitudine”.Dopo la scomparsa della moglie, senza figli, l’anziano colonnello tornò a dedicarsi con amore alla pittura, realizzando ritratti (di familiari soprattutto, ma anche di personaggi illustri come Benito Mussolini), nature morte e vedute dei suoi luoghi del cuore: Vercelli, Frugarolo, Novara.
Si spense serenamente a Novara nel 1953 e venne sepolto nel cimitero del suo paese natale, accanto alla moglie e ai suoi cari.
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Marco Formato


Possiedo un dipinto su arazzo, copia di una Madonna con bambino e S. Girolamo del Correggio, firmata da P. Lago, presumo eseguito negli anni 1930/1940 per i miei genitori, Carlo Sartorio e Maria Teresa Amprimo
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