Perché cadde l’Impero Romano? Immigrazione, profughi e sfruttamento illegale
Perché cadde l’Impero Romano ce lo spiega il prof. Alessandro Barbero, ordinario di Storia medievale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”.

Poi ad un certo punto questo flusso di immigrazione diventa troppo numeroso e la burocrazia che deve gestirlo diventa troppo corrotta e i politici che devono dare i permessi cominciano a non avere più le idee chiare. Finisce che l’emergenza umanitaria, l’arrivo di profughi, lo sfruttamento illegale degli immigrati, creano una situazione esplosiva che si traduce poi in rivolte, in guerre, in devastazioni: in quelle che noi chiamiamo le invasioni barbariche.”
.
.

.
“Un mondo che si considera prospero e civile, segnato da disuguaglianze e squilibri al suo interno, ma forte di un’amministrazione stabile e di un’economia integrata; all’esterno, popoli costretti a sopravvivere con risorse insufficienti, minacciati dalla fame e dalla guerra, e che sempre più spesso chiedono di entrare; una frontiera militarizzata per filtrare profughi e immigrati; e autorità di governo che debbono decidere volta per volta il comportamento da tenere verso queste emergenze, con una gamma di opzioni che va dall’allontanamento forzato all’accoglienza in massa, dalla fissazione di quote d’ingresso all’offerta di aiuti umanitari e posti di lavoro.
Potrebbe sembrare una descrizione del nostro mondo, e invece è la situazione in cui si trovò per secoli l’impero romano di fronte ai barbari.”
Per molto tempo la gestione di questo flusso di popoli attraverso i confini dell’Impero produce un equilibrio instabile ma funzionale, che garantisce ai Romani l’approvvigionamento di nuove leve per l’esercito e per la coltivazione dei campi, in cambio dell’assimilazione nei più grande “Stato” del pianeta.