
Distava circa duecento metri, ma dalla sua statura e dalla forma delle grandi zanne le quali, viste di dietro, parevano partirsi dai fianchi dell’animale, me lo indicavano come un maschio adulto, ben degno di una fucilata.
Smontai rapidamente di sella, mi feci passare il 91 da Adam e mirato alla base del codino a banderuola, sparai. Il facocero cadde bruscamente sul grugno e dopo pochi strattoni non si mosse più.
Soddisfatto del colpo, mi avvicinai al caduto, ammirandone la corpulenza, la lunga criniera fulviccia di ruvide setole e la testa sgraziata dal lungo e largo muso verrucoso. Esaminandone i denti mi accorsi che la grossa zanna di sinistra era tutta in frantumi.
Pensai che ciò fosse per la pesante caduta, nella quale aveva battuto il grugno proprio da quel lato, ma esaminando alcuni frammenti di avorio, osservai che portavano delle striature lucenti, come fossero stati sfregati da un corpo metallico.
L’esame della ferita mi spiegò : la pallottola, entrata nella parte superiore della coscia destra, attraversando tutto il corpo in diagonale, era uscita dal lato sinistro del collo, davanti alla spalla ed incontrando la grande zanna, l’aveva frantumata in quel modo”.

I facoceri sono la selvaggina di cui si narra di più, ma c’è spazio per iene, antilopi, grifoni e perfino leopardi in questa sorta di diario di caccia. Fossati era un importante raccoglitore di vertebrati nonché ricercatore dell’Università di Milano ed è stato un esploratore e un cacciatore di primo livello, che poteva vantare un’esperienza africana, ma anche europea, difficilmente eguagliabile. Importantissimo soprattutto il contributo di informazioni che egli fornì circa l’ecologia e l’etologia della fauna dell’Africa Orientale Italiana, in particolare dell’Eritrea, giungendo a vere e proprie scoperte, come quella dell’asino selvatico somalo, o del ratto dalla criniera.
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Luigi Fossati nacque a Verretto, in provincia di Pavia il 16 Marzo 1890. Nel 1908,militare di stanza a Napoli, venne mandato a Messina dopo il devastante terremoto. Nel 1912 partecipò al conflitto italo-turco e visitò per periodi più o meno lunghi località libiche (tra cui Homs) e del Medio Oriente. Dopo avere preso parte alla Prima Guerra Mondiale, si imbarcò nel dicembre del 1922 per l’Eritrea, dove rimase di stanza a Saganeiti sino al 1928. In Italia pubblicò tre libri e diverse note sulla fauna eritrea. Nel dopoguerra la sua principale occupazione sarà rappresentata dallo studio delle api e del loro allevamento. Nel 1957 compì un viaggio in Argentina riportando una cospicua collezioni di uccelli per il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Nel 1971 diede alle stampe un contributo (Fossati, 1971), divenuto un classico, sulla flora nettarifera. Morì a Pinerolo Po (Pavia) il 14 luglio 1976. Pare, sognando l’Africa…
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di © Mario Sapia – Tutti i diritti riservati
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