Miyazaki. Per il nome dello studio Ghibli un richiamo italiano, coloniale e fascista

Adori lo studio Ghibli fondato nel 1985 da Hayao Miyazaki e Isao Takahata? Sei un antifascista e un anticolonialista e ti compiaci quando guardi “Porco Rosso” volare sull’idrovolante “Ghibli”?
Ebbene sappi che il nome della celebre casa di animazione nipponica ha un richiamo coloniale e fascista! Da oggi ricordalo ogni volta che citerai lo Studio GHIBLI.
In questi giorni impazzano sui social decine di immagini elaborate con l’AI che hanno trasformato film e personaggi storici in cartoni animati in “Stile Ghibli”.
Famosi sono “Il castello errante di Howl”, “La città incantata”, “Il mio vicino Totoro” e molti altri. Opere celebrate anche da tre Oscar per Miyazaki.

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Un Caproni Ca.309 GHIBLI nel deserto libico

Ma al di là del trend social-giovanile e dei volti morbidi, occhi tondi e grandi, luci calde, ambientazioni poetiche e naturalistiche da dove deriva il nome “Ghibli”?
Molti rimarranno stupiti nell’apprendere che l’origine è italiana, anzi italica.
“Ghibli” infatti era il nome dell’aereo Caproni Ca.309 realizzato in Italia nel 1936 dalla Caproni Aeronautica Bergamasca per la Regia Aeronautica. Il velivolo entrò in servizio nel 1937. Fu in forza all’89ª Squadriglia di Sirte, alla 12ª Squadriglia di Mellaha, alla 104ª Squadriglia di Mellaha, alla 26ª Squadriglia di Berca (Bengasi) ed una Sezione della 23ª Squadriglia di El-Adem.
Dai nomi è facile intuire dove venne impiegato. Fu studiato infatti per la ricognizione armata dei deserti della Libia. Quella Libia italiana, unificata con R.d.l. del 3 dicembre 1934, n. 2012, di cui fu governatore Italo Balbo, prima, e Rodolfo Graziani, dopo.
Il Ghibli, in arabo qiblī «meridionale», è il vento caldo e secco tipico della Libia che spira con grande violenza in Tripolitania e in Cirenaica.
Ecco da dove deriva il nome evocativo scelto per il bimotore della Regia Aeronautica, l’arma per eccellenza fascista.
Miyazaki, nato nel 1941 quando l’Italia e il Giappone erano alleati, è da sempre appassionato di aerei (sempre presenti nei suoi film) e affascinato dal design e dal volo italiano.

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L’ing. Caproni in un fotografamma del film “Si alza il vento”

Da giovane aveva approfondito il lavoro dell’ingegnere Gianni Caproni conte di Taliedo, fra i pionieri dell’aeronautica mondiale. Basti pensare che alla Casa Bianca aveva il suo ritratto accanto a quello dei Fratelli Wright.
Tanto legato al pionieristico costruttore aeronautico da farlo comparire persino come personaggio nel suo film “Si alza il vento” del 2013.
Ecco dunque la derivazione italica di quel “Ghibli” che dimostra il legame tra il volo italiano e l’estetica di Miyazaki.
Miyazaki ci ricorda quanto la storia e i suoi imprescindibili collegamenti siano e debbano essere l’identità di ogni nazione e lo fa in una vecchia intervista:
«Va anche bene che alcuni individui siano ignoranti sui fatti storici fintanto che se ne rimangono in Giappone, ma per un intero popolo essere ignoranti è una formula per il disastro».
Quindi da oggi siate meno ignoranti e ogni volta che guarderete un’immagine dell’immenso Miyazaki pensate a quel Ghibli, vento del deserto della Libia Italiana, colonia governata tra gli altri da Graziani e Balbo e ricordatevi della Regia Aeronautica istituita dal fascismo con Regio Decreto del 28 marzo 1923, n. 645.
Però dormite sonni tranquilli: Miyazaki non è un fascista. Anche se non ha firmato ancora una dichiarazione di antifascismo.

di Alberto Alpozzi

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