30 novembre 1925, El Bot. In Somalia cade in una imboscata il tenente colonnello Splendorelli

Siamo nel pieno svolgimento della campagna per la pacificazione della Somalia. Operazioni di polizia coloniale gestite dal Governatore de Vecchi di Val Cismom coadiuvato dal maggiore Camillo Bechis e supportate dai Dubat che porteranno alla creazione della Somalia quale oggi conosciamo.

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El Bot. Il monumento per il Tenente Colonnello Splendorelli inaugurato il 20 Settembre 1926 dove venne sepolto provvisoriamente

È il 30 novembre 1925, nel nord della Somalia gruppi ostili alla consegna delle armi richiesta dal governo si oppongo altri fuggono verso l’Ogaden:
“Il Comando bande provvedeva subito quindi a raccogliere a Belet Uen una piccola massa di dubat da schierare contro i gruppi ostili. Secondo gli ordini del Governatore gli irregolari ai comandi dal maggiore Bechis avrebbero dovuto puntare sul El Dere e Dusamareb per impedire l’esodo dei ribelli verso il confine, mentre in senso contrario, muovendo sulla direttrice Obbia-Dibber-Dusamareb una compagnia Ahmara avrebbe dovuto chiudere la via verso l’Ogaden.
Un colonna del Regio Corpo Truppe Coloniali ai comandi dal tenente colonnello Guido Splendorelli, muovendo invece da But But con due autocarri armati di mitragliatrici, avrebbe infine rioccupato El Bur. Ma il 30 Novembre, pochi giorni prima delle operazioni, Splendorelli cadeva insieme a due ascari in una imboscata presso i pozzi di El Bot.
«A Bot convoglio precedeva cautamente, armi tutte pronte, Ten. Col. impugnava rivoltella. Oltrepassato quel pozzo a 150 metri da margine destro strada, primo camion su cui stava Ten. Col. venne fatto segno improvvisamente a scariche di fucileria da folti cespugli. Dai camions venne risposto e ribelli fugati immediatamente. Ten. Col. Splendorelli mortalmente ferito petto dalla improvvisa scarica si slanciava ancora dal camion verso ribelli fuggenti scaricando rivoltella, poi cadeva»1.

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El Bot. L’epigrafe del monumento eretto in ricordo del Tenente Colonnello Splendorelli

La morte del comandante della colonna ebbe ripercussioni demoralizzanti sulle truppe. Il colonnello Renzo Dalmazzo, comandante delle truppe della Somalia in carica dal 4 Aprile 1925, rinviò per paura le operazioni in attesa dell’arrivo di un altro battaglione eritreo previsto per la seconda metà di Dicembre.
Il rinvio favorì però nuove razzie e lo spargersi del senso di sfiducia verso il Governo che portò a sua volta alla ribellione di altri gruppi galvanizzati dall’episodio”.
Il rinvio, forzato e voluto, faceva parte di un complotto ai danni del governatore de Vecchi.
Il tenente colonnello Splendorelli era da poco giunto in Somalia, il 12 ottobre, destinato alla colonia come domandante d’artiglieria.
Era partito il 19 settembre da Napoli con l’Alessandretta insieme ad un folto gruppo di nuovi ufficiali e truppe coloniali per il rafforzare i nuovi battaglioni Benadir per le operazioni militari in Migiurtinia.
Tra gli imbarcati c’erano il capitano Carolei, di fanteria, il tenente d’artiglieria Fiore, il tenente degli alpini Incisa di Camerana, il tenente d’artiglieria da campagna Asinari di San Marzano, il capitano dei bersaglieri Rigon poi medaglia d’oro nella guerra d’Etiopia, il fante capitano Colpani, il tenente degli alpini Lucarelli, il Capitano dei Carabinieri Reali Giurati comandante del Corpo Zaptiè.
Dopo essere stato seppellito a El Bot la salma fu esumata per volere della famiglia e trasportata in Italia. Oggi le spoglie di Splendorelli riposano nel Sacrario della Gran Madre di Dio a Torino.

di Alberto Alpozzi

NOTE
1. Estratto da telegramma n. 2160 del 3 Dicembre 1925 inviato dal Governatore de Vecchi al Ministro delle Colonie Scalea
– Foto e testo sono estratti da “Dubat – Gli Arditi somali all’alba dell’Impero Fascista”di A. Alpozzi, Eclettica Edizioni, 2020

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IL LIBRO “DUBAT”:
Il testo prende le mosse dalle gesta dei Dubat, letteralmente “turbante bianco”, guerrieri somali che proteggevano gli incerti confini della Somalia dalle razzie abissine. Si tratta di una ricerca volta ad approfondire la storia coloniale della Somalia e del nuovo assetto politico negli anni Venti del 900. I dubat vennero fondati nel 1924 dal Quadrumviro Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon, Governatore della Somalia (1923-1928) e organizzati dal maggiore degli Alpini Camillo Bechis, entrambi piemontesi. I dubat, o bande armate di confine secondo la denominazione militare, costituirono un nuovo corpo di soldati coloniali d’élite alle dirette dipendenze del Governatore totalmente slegato da Roma e dal comando del Regio Corpo Truppe Coloniali. Furono protagonisti ed eroi delle operazioni militari per la pacificazione dei Sultanati del Nord Somalia (1925-1927) contribuendo alla prima creazione della nazione che oggi conosciamo con il nome di Somalia. Prima di allora la “Somalia”, come entità statale, non esisteva. Frammentata in regioni e clan in guerra costante tra loro non aveva mai conosciuta la pace. Attraverso le imprese dei dubat e della politica coloniale e “romana” del Governatore de Vecchi di Val Cismon approfondendo il panorama sociale, politico e militare si restituisce un capitolo storico poco noto. La lettura storica, basata esclusivamente su documenti, risulta un completamento del periodo esaminato. Vengono poste in luce le motivazioni sociali, storiche e politiche del colonialismo italiano per comprendere come e perché questi guerrieri somali lavorarono e combatterono spalla a spalla con gli italiani.

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