Asmara, la capitale dell’ex Colonia italiana d’Eritrea, città modernista per eccellenza, con i suoi edifici del Ventennio fascista, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO entrando nella lista World Heritage.
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“Asmara, a Modernist City of Africa” è la prima città dell’Africa orientale ad essere stata nominata sito dell’UNESCO. La nomina è avvenuta ieri a Cracovia durante la 41a seduta del World Heritage Committee.

“È un grande risultato per gli eritrei – ha commentato l’ingegner Medhanie Teklemariam, responsabile dell’Asmara Heritage Project, lanciato nel 2014 dalle autorità eritree per la candidatura UNESCO – in particolare e per il continente africano in generale”, poiché “riduce la sottorappresentanza del patrimonio moderno dell’Africa nell’elenco del Patrimonio mondiale.
Asmara è una città straordinaria e un sito eccezionale di patrimonio modernista: la città possiede una combinazione eccezionale di pianificazione urbana moderna e architettura modernista che è arrivata integra dalla sua creazione nei primi anni del ‘900 fino ai giorni nostri come capitale dell’Eritrea”.
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Gli italiani la crearono a partire dal 1890 durante la prima penetrazione coloniale lungo il Mar Rosso, un secondo impulso nell’era giolittiana con il primo piano regolatore e poi il grande boom urbanistico durante il Ventennio fascista che la fece crescere di oltre 30 volte raggiungendo i 100.000 abitanti di cui la metà italiani.
Nella capitale eritrea convivono diversi stili architettonici: dal modernismo al razionalismo italiani del novecento allo stile orientaleggiante ottocentesco. Opere come l’autofficina FIAT Tagliero, simbolo della città, o il Cinema Impero, sono conosciute in tutto il mondo, e ancora perfettamente conservate.
È dei primi anni Duemila il primo accordo con la Banca Mondiale per la conservazione dei beni culturali della città e del 2005 la richiesta di accesso alla “tentative list” dell’Unesco per circa 4.300 edifici. Nel 2016 la domanda formale, grazie al forte contribuito l’ambasciata italiana locale.
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di © Alberto Alpozzi – Tutti i diritti riservati
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VIDEO Asmara, la Piccola Roma eritrea patrimonio dell’umanità UNESCO
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Sinceramente non capisco cosa intenda Medhanie Teklemariam per architettura “modernista”, termine dalle connotazioni ambigue, spesso caricato di accezioni negative e che nulla ha a che fare né col razionalismo, né tantomeno con le altre manifestazioni architettonica italiane nate durante il ventennio Fascista.
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La risposta è che il Modernismo non è solo uno stile di cui ci si può interessare o meno. E’ parte integrante di un notevole e globale – anche totalizzante – progetto di estetica, tettonica, urbanistica, tecnologia, cultura, e, infine, di civiltà. Tale progetto ha avuto un profondo effetto sullo sviluppo degli insediamenti moderni, nel bene o nel male, e (soprattutto alla luce della teoria della resilienza) ha dato un enorme contributo allo stato attuale in cui si trovano le nostre città, e la nostra civiltà. Le origini del Modernismo architettonico sono strettamente collegate con gli obiettivi progressisti del primo Novecento, e con gli ideali umanitari – anche utopistici – dei visionari ben intenzionati dell’epoca.
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